Ma cos'è questo caos?
Osservando attentamente l'indice e le pagine può capitare di notare una disposizione non convenzionale di alcuni contenuti e una certa incoerenza nelle tipologie dei contenuti. Il motivo è principalmente dovuto alla storia di questo materiale nato come una semplice serie di slide da commentare in aula e messo poi online a causa di una dotazione hardware non adeguata all'alto numero di studenti.
Nel 2016 ho iniziato a convertire le slide PDF in pagine HTML scaricabili e visibili offline. Successivamente le lezioni sono state integrate nel sito del corso integrando man mano diverse tecnologie web che potevano migliorare la comprensione degli argomenti più ostici. Vista l'attività di manutenzione e aggiornamento ormai extra-accademica, nel 2018 ho deciso di rendere il materiale consultabile da chiunque per incoraggiare lo studio della grafica generativa digitale.
Perché alcune pagine hanno solo un'immagine e altre sono dei microtutorial?
Alcune pagine sono rimaste ancora la semplice conversione delle slide originarie mentre altre, fra quelle che trattano concetti più complessi, sono già diventate autoesplicative. Ogni anno faccio una revisione completa del materiale e ogni volta, oltre ai continui aggiornamenti tecnici e contenutistici, rendo autoesplicative altre pagine/slide.
Perché i concetti base della programmazione sono sparpagliati qua e là?
A causa delle poche ore riservate ai corsi di creative coding e della scarsa attenzione data allo sviluppo del pensiero computazionale nelle scuole dell'obbligo, si finisce spesso col dare un'infarinatura di base trattando solo marginalmente temi più avanzati. Queste lezioni sono un tentativo di avere come traccia argomenti più vicini all'estetica computazionale introducendo quelli più tecnici quando servono.
Questo tipo di approccio non è ovviamente l'ideale per diventare programmatori professionisti ma aiuta chi ha una formazione più umanistica a capire un po' meglio le implicazioni estetiche di concetti tecnici che sarebbe più difficile comprendere in astratto.
Perché si parla dell'if e non dello switch, del for e non del while?
Visto che l'obiettivo principale non è formare dei bravi programmatori ma degli sperimentatori di metodi generativi, vengono fornite solo le informazioni minime necessarie a implementare qualsiasi algoritmo. Attraverso l'if è possibile fare anche quello che è più semplice (ma non troppo) fare con lo switch, e con il for è possibile fare le stesse cose permesse dal while e dal do/while.
Perché le lezioni sono perennemente in progress?
Ogni revisione e sistemazione del materiale è piuttosto impegnativa a causa delle oltre 400 pagine che compongono queste lezioni. Alla revisione dei contenuti si aggiungono le novità di p5.js e JavaScript che continuano a evolversi e portano a dover rivedere spesso molti dei circa 180 codici d'esempio editabili.
Come se non bastasse le pagine HTML vengono compilate a partire da file scritti in Markdown con varianti che mi invento quando devo inserire elementi non previsti nel linguaggio. Ovviamente intervengo spesso sui codici HTML, SASS e JavaScript.
Anche il tempo che si riesce a dedicare a un'attività non retribuita non è sempre (diciamo pure mai) compatibile con questo tipo di impegno.
05/10/2020, Antonio Belluscio